Era una giornata come tante altre quando entrai in un negozio di abbigliamento alla ricerca di un nuovo vestito per il matrimonio di mia cugina. La commessa che mi accolse era una donna matura sulla quarantina seducente, dai lunghi capelli neri e occhi scuri e misteriosi. Il suo sorriso ammiccante mi colpì immediatamente, e il suo sguardo rivelava un’intensa passione repressa.
Mi aiutò a scegliere alcuni vestiti da provare e mi accompagnò al camerino. Appena entrai ed iniziai a spogliarmi, la porta del camerino si aprì di scatto. Era lei, Katia (questo il suo nome che lessi sul suo cartellino), entrata con una scusa per controllare la taglia.
Sorpreso ed imbarazzato, mi ritrovai a fissare i suoi occhi intensi mentre lei si avvicinava a me. Senza dire una parola, Katia prese in mano il nastro di misurazione e iniziò a prendermi le misure. La sua vicinanza, il contatto della sua pelle sulla mia, mi fece tremare di piacere.
Sentivo il mio respiro accelerare mentre lei si avventurava oltre, lasciando che le sue mani scorressero sul mio corpo con delicatezza ed audacia. Era come se conoscesse ogni mio segreto più intimo, e io mi abbandonai completamente alla sua abilità.
La tensione erotica era palpabile, e il desiderio che ardeva tra noi diventava sempre più insostenibile. Senza pensarci due volte, mi lasciai trasportare dal momento e la baciai con passione, infilandole la lingua in bocca. Lei rispose al mio bacio con ardore, con la stessa intensità repressa che avevo visto nel suo sguardo sin dall’inizio.
Le sue mani giocarono sul mio corpo, toccandomi il cazzo già completamente duro, mentre le mie si avventurarono sul suo seno, sentendone la morbidezza sotto i suoi indumenti. Katia emise un gemito sommesso che mi eccitò ancora di più. Il nostro desiderio era incontenibile, e ci abbandonammo l’uno all’altra in una passione senza freni.
Il tempo sembrava essersi fermato mentre ci concedevamo il piacere proibito nel camerino del negozio. I nostri corpi si muovevano all’unisono, danzando una danza di piacere e lussuria. La baciai sul collo ed iniziai a slacciarle la camicetta, nel frattempo lei si sollevò la minigonna e mi accorsi che non indossava le mutandine. A questo punto mi inginocchiai, le strinsi i glutei avvicinandola alla mia faccia. Cominciai a leccarle la figa, sentivo che era già molto calda e bagnata, pronta ad accogliere il mio cazzo. A quel punto mi sedetti sullo sgabello e la feci salire sopra di me. le infilai il cazzo in figa ed iniziai a stantuffarla con passione.
Katia si aggrappò all’appendiabiti che stava sulla parete dietro di me ed aumentò il ritmo delle spinte; prese i miei boxer e se li infilò in bocca per soffocare le sue urla di piacere, il negozio era pieno di gente e qualcuno avrebbe potuto sentirci.
Quando raggiungemmo l’apice dell’estasi io le sborrai in figa, un getto potente e caldo di sborra la riempì totalmente! Ci fermammo e ci guardammo negli occhi, sorridendo compiaciuti del momento intimo che avevamo condiviso. Ci vestimmo di nuovo, come se nulla fosse accaduto, e tornai al negozio per pagare gli abiti che avevo provato.
Katia mi salutò con il suo solito enigmatico sorriso, come se tutto ciò fosse solo un segreto tra noi due. Da quel giorno, ogni volta che entrai in quel negozio, sentii l’emozione di quell’incontro bollente nel camerino, un segreto che solo noi due condividevamo e che faceva battere il mio cuore a ogni sguardo complice.